Per noi italiani (e non solo) il caffè è un rito sacrosanto e irrinunciabile, specie all’inizio della giornata. Ma non tutti dovrebbero berlo: ecco il campanello d’allarme da non sottovalutare.
Se c’è un rito che accomuna praticamente tutti gli italiani, questo è il caffè. La tazzina fumante è una compagnia imprescindibile quando, svegliandoci al mattino, ci prepariamo ad affrontare una nuova giornata. E nella maggior parte dei casi, quello è solo il primo di una più o meno lunga serie di caffè da sorseggiare tra un impegno e l’altro. Ma c’è chi farebbe bene a rinunciare subito a questa abitudine: anche se non ci ha mai fatto caso, il suo corpo gli sta lanciando un segnale di pericolo ben preciso.
Come detto, c’è chi non sopporta neppure l’idea di stare un giorno intero senza bere una tazza di caffè. Tuttavia, non si dovrebbe consumare questa bevanda se si accusano dei sintomi specifici, avverte il dottor Sooj, un medico di pronto soccorso molto attivo anche sui social network.
Dalla sua pagine su TikTok, infatti, il camice bianco spiega che si dovrebbe bere meno caffè se si ha difficoltà ad addormentarsi e/o si soffre di ansia o palpitazioni. “Per favore, riducete la quantità di caffè che state bevendo. Ma l’ideale sarebbe rinunciarvi completamente”, consiglia l’esperto. E non è tutto.
Quando il caffè diventa un pericoloso veleno
Sooj riconosce che il consumo di caffè può offrire alcuni benefici per la salute, ma la priorità a suo dire dovrebbe essere data al sonno. “Il caffè rimane nel tuo corpo molto più a lungo di quanto pensi”, sottolinea. Ciò significa che “è probabile che la tua tazza di caffè mattutina sia ancora nel tuo organismo quando provi ad andare a letto la sera stessa, il che ridurrà notevolmente la qualità del tuo sonno”.
Gli fa eco il nutrizionista Simrun Chopra, secondo cui ci sono tre tipi di persone che dovrebbero evitare di bere caffè: le donne incinte, i soggetti che soffrono di ansia e coloro che hanno un metabolismo lento. La metabolizzazione del caffè, infatti, è diversa per ognuno di noi. E “chi ha un metabolismo lento non elabora la caffeina in modo efficace“, avverte Chopra in un video pubblicato sul Instagram. Dunque “è influenzato negativamente e diventa eccessivamente sveglio o ansioso. L’effetto può durare fino a nove ore dopo aver bevuto il caffè”.
Il nutrizionista condivide infine alcune raccomandazioni:
1. Bere non più di una o due tazzine al giorno (da tre a cinque milligrammi per chilogrammo di peso corporeo);
2. Evitare di riempire la tazza di latte, panna o troppo zucchero: in questo caso, il caffè non apporta alcun beneficio;
3. Se si ha un metabolismo lento, ridurre il consumo di caffè a una tazzina al giorno, preferibilmente al mattino;
4. Bere caffè solo quando se ne ha davvero bisogno;
5. Evitare di accompagnare il cibo con bevande contenenti caffeina, in quanto possono inibire l’assorbimento di alcune vitamine e minerali;
6. Se si assume caffè prima di un allenamento, rispettare un intervallo di 30-60 minuti tra l’assunzione e lo sforzo fisico. I livelli ematici di caffeina raggiungono il picco 60 minuti dopo il consumo, ma gli effetti sono evidenti entro mezz’ora.