La biblioteca più in alta quota del mondo si trova proprio in Italia. Una località imperdibile a 1238 metri di altezza.
Se ami il trekking, la montagna e leggere allora questa località fa al caso tuo. Sì perché per ripopolare e reinventare il posto, che oramai si sta spopolando, nel comune di Verbano-Cusio-Ossola, a 1238 metri di quota, hanno aperto una libreria che sta provando a invertire la rotta. Scopriamo insieme qualcosa di più su questa location.
La biblioteca più in alta quota del mondo
“Mi ricorderò sempre uno dei primi weekend che ho tenuto aperto la libreria. Era la prima settimana di maggio, una giornata di pioggia e nebbia. Uno di quei giorni in cui già sai che non si presenterà nessuno. Dopo circa un’ora, bussano alla porta. Entra una famiglia con due bambini piccoli, di 7 e 10 anni. Tutti fradici. Arrivavano da un paesino di 40 abitanti, in Val d’Aosta, e si erano fatti quasi tre ore di auto per visitare il posto. Sono rimasti tutta la mattina e nelle settimane successive hanno organizzato una gita di paese“. Questo è stato l’episodio che segna una svolta per lui, che ha raccontato con grande orgoglio. La Libreria Alpe Colle è una realtà che rimane aperta da aprile a dicembre a presidiare l’alpeggio, terra di passaggio tra il Lago Maggiore e la valle Intrasca.
La vera mission della biblioteca
“L’intento era creare maggiore consapevolezza. Non volevo che le persone arrivassero all’alpeggio per partecipare a qualcosa ma semplicemente per viverlo“. La speranza di Marco Tosi è quella di scatenare un effetto domino, per cui sempre più persone tornino in montagna.
Alla fine si è creata una comunità trasversale, c’è chi si ferma chi va a fare trekking o un giro in mountain bike o chi, semplicemente, vuole trascorrere una giornata in compagnia. Un libro letto in giardino, una chiacchierata, una birra artigianale, un tagliere di prodotti del territorio.
“Non voglio essere un eremita, ma tenere un dialogo tra montagna e città. È molto importante riempire il territorio di figure professionali e qualificate, creare una rete di risorse umane. E costruire un sistema che possa reggere questo ritorno“. Questo è il sogno di Tosi.