I bambini che dormono con i propri genitori sono frequenti. Quanto questo può fare bene al bambino? Ecco la risposta che non ti aspetti.
I bambini che dormono con i propri genitori, il cosleeping
Il termine cosleeping significa “dormire insieme nella stessa stanza” (dall’inglese “to sleep” che significa dormire). Attualmente viene spesso utilizzato con riferimento all’abitudine di dormire con il proprio bambino nel “lettone”.
Il fenomeno è sempre più frequente per la sua praticità. In particolare per la mamma che, almeno nelle prime settimane di vita, deve allattare il bambino di notte ogni 3 o 4 ore. Il cosleeping permette di avere il bambino vicino e poter quindi accorrere ad ogni sua richiesta. Nei primi anni di vita, infatti, i bambini hanno numerosi microrisvegli notturni e non sempre sono in grado di riprendere il sonno in autonomia. Ecco, quindi, perché molti ricorrono a questo trend, ma ci sono anche altre ragioni.
Pro e contro del cosleeping
Per i bambini percepire la vicinanza dei genitori è molto importante perché lo rilassa e lo rassicura. A discapito di quanto si è sempre detto e dei numerosi luoghi comuni sull’argomento, questa pratica potrebbe aiutarlo nella sua autonomia. Vedendo le proprie richieste ascoltate dalla mamma, che gli è comunque vicina durante la notte, il bambino potrebbe sentirsi così sicuro da conquistare gradualmente la sua autonomia, senza alcuna difficoltà.
C’è chi sostiene che condividere la camera da letto con il neonato possa azzerare la privacy dei genitori. Questo, in effeti potrebbe essere un disagio che non è del tutto sbagliato. Tuttavia, si tratta di un problema tutto sommato facile da risolvere. Basterà un po’ di fantasia e di adattamento.
La possibilità di proteggere il bambino, grazie al cosleeping
Esiste la SIDS, la sindrome della morte improvvisa del lattante, un fenomeno che oggi è stimabile intorno ai 250 casi all’anno. Le cause non sono ancora del tutto note. Tenere il bambino vicino al letto dei genitori in una culla o un lettino separato, potrebbe essere una soluzione. Infatti è lo stesso Ministero della Salute a non sconsigliare il cosleeping. Oltretutto, in commercio si trovano numerose culle dotate di tre sole sponde e di apposite prolunghe per poter essere agganciate al letto dei genitori, così da creare un normale prolungamento del materasso di mamma e papà.
Oltretutto, un’altra raccomandazione che viene data per garantire il sonno sicuro del bambino piccolo è quella di sistemarlo sul materasso in modo che i suoi piedi tocchino il fondo del lettino o della culla. Grazie a questo accorgimento il bambino non rischia di scivolare sotto le coperte e di soffocare. Un gesto che sicuramente non può essere fatto se il neonato dorme nel letto di mamma e papà.