Cresce l’attenzione verso il benessere mentale sul lavoro, ma i dati sono preoccupanti: i dipendenti soffrono di ansia e stress.
Dopo la pandemia l’attenzione verso la salute mentale è aumentata considerevolmente, e nello specifico quella sul lavoro si rivelata essere un problema molto consistente in Italia, aprendo un vaso di Pandora fatto di ansia e stress che i lavoratori patiscono a causa del lavoro. Ecco i dati del 2023.
Benessere mentale sul lavoro
Stimulus, una società di consulenza per il benessere psicologico nei luoghi di lavoro, ha rivelato che nel 2023 la situazione registrata è più grave di quello che si può pensare guardando da fuori il mondo lavorativo italiano. Dopo aver svolto più di 17.000 consulenze presso professionisti e aziende italiane di medie e grandi dimensioni, il quadro che ne risulta non è affatto rassicurante. Infatti il 54% delle consulenze operate nel corso del 2023 ha riguardato l’ansia sul luogo di lavoro, il 34% di preoccupazioni ansiose e il 19% di apprensione duratura nel tempo. Ben l’11% dei lavoratori ha manifestato sintomi di depressione.
Questi dati sono emersi dal Report del Servizio di supporto psicologico di Stimulus relativo all’anno 2023, e mostrano chiaramente una situazione complessiva di scontento e di malessere sul luogo di lavoro. Infatti, come spiega Marisabel Iacopino di Stimulus, “nel momento in cui lo sforzo richiesto per portare a termine il compito è maggiore rispetto alle risorse a nostra disposizione, ci possiamo trovare in una condizione di stress eccessivo”, che si traduce in un disagio continuo da parte del lavoratore, che vive male le ore lavorative e spesso porta questo malessere anche a casa.
Dati allarmanti
Questi dati, come è evidente, sono parecchio allarmanti, ma anche la “spia di una crescente mancanza di serenità nelle persone, con possibili ripercussioni sulla vita privata e sul lavoro”. Di contro, negli ultimi anni la sensibilizzazione verso i problemi di malessere psicologico ha portato all’abbattimento di molte barriere e parlare di salute mentale non è più un tabù in Italia. Infatti, le aziende per prime si sono attivate molto più che in passato per dare supporto psicologico ai propri dipendenti.
Se le grandi aziende si sono però accorte di quanto il malessere psicologico impatti sulla produzione, non si può dire lo stesso delle aziende più piccole, dove proprio il numero esiguo di dipendenti spesso porta a situazioni di stress molto elevate, in cui una sola persona deve farsi carico di mansioni eccedenti il proprio ruolo. Lo stress sul lavoro, le ore passate in ufficio e le scadenze risultano essere, per gli italiani e soprattutto per i Millennials, un ostacolo enorme sulla strada della serenità personale, e la difficoltà di comunicazione con il proprio capo contribuisce ad ingrandire il problema.
Quello che emerge dal report è quindi un quadro ambivalente: da un lato cresce l’attenzione dei datori di lavoro al benessere dei propri dipendenti, dall’altra cresce lo stress dei dipendenti. Trovare un equilibrio non è sicuramente facile, ma continuare a lavorare ascoltando tutte le campane può sicuramente portare ad una soluzione che faccia star bene tutti.