Immaginate un futuro in cui un algoritmo può prevedere la vostra salute mentale, il vostro stipendio e persino l’età del vostro decesso
Con l’avanzare della tecnologia le scoperte viaggiano alla velocità della luce. Una delle nuove, riguarda l’intelligenza artificiale e le previsioni sul futuro. Sembra fantascienza, ma uno studio pubblicato su Nature Computational Science presenta un modello di intelligenza artificiale che grazie ad un algoritmo, prevedere la salute mentale e sopratutto l’età del decesso.
Come funziona Life2vec
Life2vec, questo il nome dell’IA, è in grado di prevedere la vita futura delle persone analizzando la loro sequenza di eventi socioeconomici e di salute. In pratica, l’algoritmo “legge” il nostro passato per capire quali tratti della personalità si svilupperanno in futuro.
Ma come funziona? Life2vec è stato alimentato con dati giornalieri di sei milioni di danesi per un periodo di dieci anni. Il suo “menu” includeva informazioni come attività lavorativa, settore, stipendio, genere, malattie e città di residenza. L’IA ha quindi imparato a riconoscere le regolarità statistiche che si celano dietro queste informazioni, diventando in grado di prevedere eventi futuri con un’elevata accuratezza.
La cosa più sorprendente è che Life2vec non si limita a prevedere eventi concreti, come un infarto o un aumento di stipendio. L’IA è in grado di stimare anche sfumature della personalità, come l’autostima sociale e la vivacità. Prendiamo due persone: Anna e Maria. Anna ha un lavoro poco remunerato, soffre di frequenti malattie e vive in una città con alti tassi di criminalità. Maria, invece, ha un lavoro ben pagato, gode di ottima salute e vive in una zona tranquilla. Life2vec è in grado di prevedere che Anna ha una maggiore probabilità di sviluppare depressione e ansia nel futuro, mentre Maria ha maggiori probabilità di mantenere una buona salute mentale.
Etica e implicazioni
Lo studio apre scenari affascinanti, ma anche inquietanti. Da un lato, la capacità di prevedere eventi negativi come malattie o disoccupazione potrebbe permettere di intervenire in anticipo e prevenirli. Immaginiamo di poter identificare le persone a rischio di depressione e di offrirgli un supporto psicologico mirato. Oppure, di poter prevedere l’insorgenza di una malattia e di intervenire tempestivamente con cure adeguate.
Dall’altro, la prevedibilità statistica delle nostre vite solleva questioni etiche e di privacy. In un mondo in cui la nostra esistenza è preordinata da un algoritmo, che spazio rimane per il libero arbitrio e la scelta individuale? Chi avrà accesso a queste informazioni e come saranno utilizzate?
La ricerca di Life2vec è solo un primo passo. Ci sono ancora molte incognite e il modello necessita di ulteriori perfezionamenti. Tuttavia, lo studio ci invita a riflettere sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel nostro futuro e sulla necessità di un uso responsabile di questa tecnologia.