Un Polo Nord senza la sua iconica distesa di ghiaccio bianco. È questo il futuro che potrebbe diventare realtà già entro questo decennio
La situazione è più critica del previsto: i ghiacciai che si trovano al Polo Nord potrebbero sciogliersi prima di quanto gli esperti pensavano. I cambiamenti climatici stanno danneggiando il nostro pianeta alla velocità della luce e la già non serena situazione al nord, diventa sempre più un problema imminente che non possiamo più mettere da parte.
Un artico senza ghiaccio entro il 2030
Il 2030 potrebbe essere l’anno in cui i ghiacciai si scioglieranno definitivamente. Questo è quello che spaventa il mondo scientifico e non solo dopo uno degli ultimi studi. Si tratta di un lavoro pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Environment e prevede un’accelerazione preoccupante della fusione del ghiaccio marino artico. La prima estate senza ghiaccio potrebbe verificarsi già entro la prossima decade, con estati completamente prive di ghiaccio tra agosto e settembre che potrebbero diventare frequenti tra il 2035 e il 2067.
Le conseguenze di un Artico senza ghiaccio sarebbero devastanti. L’ecosistema artico verrebbe sconvolto, con la perdita di habitat per innumerevoli specie animali e vegetali. Il clima globale ne risentirebbe pesantemente, con l’innalzamento del livello del mare e l’intensificarsi di eventi meteorologici estremi.
L’appello di Alexandra Jahn è chiaro: “Anche se le condizioni senza ghiaccio sono inevitabili, dobbiamo comunque mantenere le nostre emissioni più basse possibile per evitare periodi prolungati senza ghiaccio”.
C’è ancora speranza?
Fortunatamente, il ghiaccio marino è più resiliente di quello terrestre e può riformarsi se le temperature si abbassano. “Anche se sciogliessimo tutto il ghiaccio marino artico, se in futuro riuscissimo a estrarre CO2 dall’atmosfera per invertire il riscaldamento, il ghiaccio marino tornerebbe entro un decennio”, afferma Alexandra Jahn, autrice dello studio.
La minima estensione del ghiaccio artico si verifica ogni anno a settembre. Negli ultimi decenni, la sua superficie si è ridotta a un ritmo preoccupante, con un tasso di perdita del 12,2% ogni dieci anni.
Mentre il mese di febbraio si è chiuso con ondate di calore record nell’emisfero sud e temperature invernali sopra la media nell’emisfero nord, la responsabilità di cambiare questo futuro incombe su di noi. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per evitare di trasformare l’Artico in un ecosistema completamente diverso, con conseguenze devastanti per il pianeta e per le generazioni future.
Il destino dell’Artico è nelle nostre mani. Agire ora è l’unica speranza per preservare questo ambiente fragile e unico.