L’avena è un cereale che è entrato ufficialmente nella dieta preferita italiana. In pochi sanno che non tutti possono mangiarla.
L’avena è un cereale ampiamente consumato perché ricca di fibre, proteine, vitamine e minerali. Si tratta dell’alimento preferito da molti nutrizionisti infatti è spesso raccomandata come parte di una dieta equilibrata. In pochi sanno che l’avena rallenta la digestione e l’assorbimento del glucosio nel sangue. Questo contribuisce a un assorbimento più graduale di zucchero, evitando picchi glicemici elevati e fornendo un senso di sazietà prolungato. Questo fa sì che sia l’ideale per chi cerca di gestire i livelli di glucosio nel sangue o di mantenere un peso salutare. A questo punto sorge una domanda spontanea, ovvero, tutti possono mangiare l’avena? Anche chi ha il diabete? Scopriamo insieme la risposta.
Partiamo dal presupposto che l’avena è un alimento sano ed equilibrato per chiunque. Anzi, se si ha la possibilità, sarebbe meglio integrarla al più presto nella propria dieta. Bisogna comunque tenere conto che, come cerale, potrebbe influire sulla glicemia, in modo positivo o negativo?
L’indice glicemico dell’avena non può essere considerato propriamente basso, poiché si attesta generalmente in un range compreso tra 55 e 69. La differenza la fa il tipo di avena e, in particolar modo, il processo di lavorazione a cui è sottoposta. A titolo esemplificativo, i fiocchi di avena di dimensioni ridotte tendono ad avere un indice glicemico leggermente superiore rispetto a quelli più grandi. Il motivo è che la macinazione più fine diminuisce la grandezza delle particelle, accelerando così il processo digestivo. Comunque, nonostante l’indice glicemico non sia classificabile come basso, numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato l’efficacia dell’avena nel regolare i livelli di glucosio nel sangue.
Una meta-analisi condotta di recente ha evidenziato un legame statisticamente rilevante tra l’assunzione abituale di avena e una diminuzione della probabilità di insorgenza del diabete di tipo 2. A seguito di questa ricerca si può ben dire che un consumo bilanciato di cereali integrali potrebbe effettivamente fungere da elemento protettivo nei confronti del rischio di sviluppare patologie cardiometaboliche. In ogni caso, per aiutare il copro a sviluppare questo effetto, almeno in parte, è necessario mantenere un peso corporeo salutare, favorito dall’inclusione di questi alimenti nella dieta e anche da attività fisica regolare.
Quindi, alla fine, possiamo dire che sì, tutti possono mangiare l’avena, nelle giuste quantità in base alle proprie esigenze e a quanto suggerisca il nutrizionista.
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