Grazie al reimpianto del tessuto ovarico si possono avere figli anche dopo aver sconfitto il cancro, ecco la storia di successo italiana.
In Italia è nata da pochissime settimane la prima bambina la cui vita è stata resa possibile dal reimpianto del tessuto ovarico. Ecco come una donna è riuscita a portare a termine una gravidanza anche dopo aver avuto un tumore, è una storia incredibile, e tutta italiana.
Diventare mamme non è facile per tutte le donne, e per portare a termine una gravidanza non sempre basta essere in buona salute. Infatti, a causa di una bassa fertilità, di una predisposizione genetica o di incidenti che sopraggiungono nel corso della gravidanza, la maternità per molte donne è un traguardo difficile da raggiungere. In particolar modo lo è per le pazienti oncologiche. Infatti, non tutti sanno che le terapie che si usano per curare il cancro (ma anche altre malattie), come ad esempio la chemioterapia e la radioterapia, sono potenzialmente gonadotossiche.
Questo vuol dire che possono provocare danni all’apparato riproduttivo, rendendo molto difficile, se non impossibile, avere figli dopo essere stati sottoposti a queste terapie. Su questo punto la medicina è da tempo in fase di studio e di sviluppo, sia per cercare di limitare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche, che per riuscire a far coesistere un passato tumorale con una futura genitorialità. Ecco perchè è importante celebrare la nascita della prima bambina nata grazie al reimpianto del tessuto ovarico: è la prima in Italia!
Una ragazza, che per privacy chiameremo Maria (nome inventato), all’età di 21 anni si è ammalata di tumore, ma grazie alle cure e alla sua forza di volontà è riuscita a vincere la sua battaglia con il cancro. Dopo 15 anni Maria è ufficialmente una ex paziente oncologica, e a 36 anni ha partorito la sua bambina, anche dopo aver avuto un tumore. Questo è stato reso possibile dalla lungimiranza del team di specialisti che l’hanno assistita al Policlinico Sant’Orsola di Bologna mentre stava lottando contro il cancro.
I medici, considerata la giovane età e lo stato di salute del tessuto ovarico della giovane, le hanno proposto di preservare la sua fertilità di quel momento. Per farlo hanno asportato il tessuto ovarico, lo hanno congelato e conservato fino al momento in cui la ragazza avesse voluto un figlio. Così è stato, e Maria, rivolgendosi al Centro di PMA dell’AOUI di Verona, ha intrapreso il percorso della fecondazione in vitro sul tessuto ovarico reimpiantato. Tutto è andato per il meglio, e grazie alla preservazione della fertilità attraverso l’asportazione e il successivo reimpianto del tessuto ovarico, Maria è riuscita a diventare mamma della prima bambina nata con questo processo.
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