Una legge impone l’obbligo di specificare apertamente quando si usa Photoshop: ecco dove le foto ritoccate vanno dichiarate.
Attorno alle pubblicità in cui modelli e attori appaiono totalmente perfetti si è tanto parlato, e finalmente c’è una legge che impone a chi usa Photoshop, di dichiararlo apertamente. Ecco dove i cittadini sanno sempre quando le foto sono ritoccate oppure no, e dove gli stereotipi di bellezza perdono di credibilità.
La pubblicità esiste da sempre, e da sempre ha l’intento di vendere un prodotto o un servizio alla clientela, spesso creando bisogni anche quando questi non sono davvero necessari. Per promuovere una crema viso dalle proprietà ringiovanenti, da sempre si usano modelle dal viso perfetto, così come per promuovere uno shampoo illuminante, la modella di turno appare in foto con capelli lucenti effetto specchio. Da qualche decennio però, l’uso di Photoshop nelle pubblicità è un pò sfuggito di mano, e il risultato finale va ben oltre un buon make-up correttivo.
Considerando che quello che si vede in TV o sui social spesso diventa un modello assoluto di bellezza, soprattutto per i più giovani, c’è un Paese che ha deciso di dire basta alle pubblicità ingannevoli in cui si usa Photoshop. Infatti, non sono pochi i casi di ragazze e ragazzi, uomini e donne, bambini e bambine che, pur di assomigliare a quell’attore o a quel fisico visto sui cartelloni in strada, arriva addirittura a sviluppare problemi psicologici e disturbi alimentari serissimi.
Ecco l’iniziativa della Norvegia che vuole dire ai suoi cittadini “in questa pubblicità la realtà è ben diversa”.
Negli ultimi anni l’attenzione alla salute mentale è aumentata enormemente, e si fa anche molto più caso ai messaggi di body shaming impliciti in moltissime pubblicità che creano standard di bellezza irraggiungibili e irrealistici. Ecco perchè la Norvegia ha deciso di emanare una legge che tuteli i suoi cittadini da questi standard: ogni foto ritoccata con Photoshop o con l’IA deve essere dichiarata apertamente.
Per farlo, su queste pubblicità si deve applicare un’etichetta che dice chiaramente che la persona ritratta ha subito modifiche nel suo aspetto. Il motivo dietro questa scelta è proprio l’intenzione di combattere i modelli di bellezza che la società impone e che ledono l’autostima di molte persone. L’etichetta è obbligatoria quindi per qualunque foto abbia subito delle manipolazioni nella forma del corpo, nelle dimensioni o sulla pelle.
Se questo tipo di legge diventasse globale, forse in tanti si renderebbero conto che anche i modelli e le star di Hollywood hanno pori dilatati, rughe e fisici con delle imperfezioni, e non ci sarebbe più la necessità di volergli assomigliare a tutti i costi.
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