Nuova tassa in arrivo tra pochi giorni, mazzata per gli italiani: si dovranno fare molte rinunce

Una nuova tassa in arrivo tra pochi giorni, mazzata trmenda per gli italiani. Si dovranno fare moltissime rinunce.

nuova tassa
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L’introduzione di nuove tasse, spesso impopolari, è un tema ricorrente che genera polemiche e dibattiti accesi. Queste proposte fiscali, considerate onerose dai contribuenti, riflettono le sfide politiche ed economiche in un contesto sociale complesso. Quella in arrivo tra pochi giorni ha già scatenato il dibattito, scopriamo di cosa tratta la nuova tassa.

Qual è la nuova tassa in arrivo?

Ci aspettavamo l’implementazione della Sugar Tax nel 2026, ma sorprendentemente verrà anticipata: è prevista la sua attuazione a luglio di quest’anno, salvo eventuali ritardi dell’ultimo minuto che potrebbero posticiparla al 2025. E’ certo che una nuova imposta sarà introdotta e, se verrà applicata a luglio, ciò significherà che l’emendamento proposto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel decreto legge Superbonus avrà avuto successo.

Cos’è la Sugar Tax

L’essenza rimarrà invariata: la Sugar tax sarà un’imposta applicata a tutte le bevande analcoliche che contengono zucchero. Ciò includerà non solo le bevande gassate tradizionali (leader in termini di contenuto di zucchero), ma anche i succhi di frutta e altre bevande dolcificate artificialmente, che sono diventate sempre più numerose a causa della crescente varietà – anche a base di acqua – disponibile sugli scaffali dei supermercati.

Perché è stata introdotta

La finalità è nobile: dissuadere i consumatori dall’acquisto di tali bevande al fine di orientarli verso scelte più salutari. È un ulteriore passo nella prevenzione dell’obesità e delle sue correlazioni, come il diabete, considerate pandemie da molti esperti. Tale problematica non risparmia l’Italia, che figura tra i Paesi con il più alto tasso di persone in sovrappeso in Europa. Secondo gli ultimi dati del ministero della Sanità, il 9,4% della popolazione è obeso, mentre circa il 40% è in sovrappeso. 

La situazione più inquietante riguarda i bambini, con il 20,4% di essi, soprattutto nelle regioni meridionali, affetti da obesità. Questo è il risultato di abitudini alimentari sbagliate: alcuni non fanno colazione, altri consumano troppi cibi processati, mentre altri ancora ignorano i principi di un’alimentazione sana che dovrebbe essere scarsa – o meglio ancora, priva – di zuccheri aggiunti, come quelli presenti in queste bevande.

Chi paga la Sugar Tax

Secondo il decreto governativo, sarà addebitata al produttore, al venditore (ossia colui che le vende ai consumatori), all’acquirente e all’importatore per le bevande provenienti da Paesi al di fuori dell’UE. Di conseguenza, siamo noi a doverla pagare nel caso decidessimo di acquistare tali bevande.

A quanto ammonta

Al momento, sia che entri in vigore a luglio o nel 2025, l’importo rimane modesto: attualmente si attesta a 5,00 euro per ettolitro per le bevande già confezionate, ma salirà a 10 euro per ettolitro nel 2026. Per quanto riguarda le bevande zuccherate da preparare attraverso diluizione , l’imposta è attualmente di 0,13 euro per chilogrammo, ma raggiungerà 0,25 euro per chilogrammo nel 2026.

Chi è contro questa nuova tassa?

Se si sta considerando il rinvio al 2025, è perché si prevede una battaglia soprattutto con i partiti della stessa coalizione di governo, i quali, come inizialmente previsto, avrebbero preferito posticipare ulteriormente l’imposizione della tassa sulle bevande zuccherate (già rimandata al 2021). In particolare, Forza Italia si schiera su questa posizione, in sintonia con le associazioni di produttori. 

Assobibe, che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, ha criticato la misura definendola un “colpo duro“, stimando una diminuzione delle vendite del 16%, accompagnata da una riduzione degli investimenti di 46 milioni di euro e dalla perdita di 5 mila posti di lavoro. Allo stesso tempo, Federalimentare solleva la necessità di apportare correzioni. “La sugar tax è una misura distorta che danneggia imprese e famiglie, mettendo a rischio la filiera agroalimentare Made in Italy“, ha commentato Coldiretti. È proprio per queste ragioni, come riportato da alcune fonti di Palazzo Chigi all’Ansa, che potrebbe essere considerato un ulteriore slittamento di un anno.

In altri paesi funziona?

Nel frattempo, numerosi Paesi europei, tra cui l‘Inghilterra e l’Olanda, hanno già adottato la misura senza incontrare significative resistenze parlamentari o extraparlamentari. I primi risultati indicano che l’efficacia di questa politica è limitata: ad esempio, la Fondazione Veronesi menziona uno studio pubblicato su PLOS Medicine condotto dai ricercatori della University of Cambridge School of Clinical Medicine. Questo studio suggerisce che l’imposta sulle bevande analcoliche, introdotta nel Regno Unito nel 2018, potrebbe essere associata a una riduzione dell’8% dell’obesità, soprattutto tra le ragazze di età compresa tra i 10 e gli 11 anni, corrispondenti a 5.200 casi in meno di obesità all’anno nel Regno Unito.

bevande zuccherate
bevande zuccherate

 

Questa misura da sola non rappresenta la soluzione definitiva, ma se considerata come un primo passo, potrebbe portare a risultati significativi e a risparmi notevoli. Meno persone obese si traducono in minori costi per il Sistema Sanitario Nazionale, il quale si trova già sotto una pressione considerevole.

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