In Giappone non si danno voti a scuola: ecco come funziona l’istruzione giapponese e perchè dovremmo prenderla ad esempio.
La cultura giapponese è una fonte infinita di spunti da seguire per vivere meglio, e viene da chiedersi come mai ancora non si ragiona come loro, vedendo i risultati che hanno. Per esempio, a scuola non ci sono voti perchè ci sono cose più importanti da insegnare ai bambini. Ecco come funziona.
In Giappone non si danno voti a scuola
In Italia quello dei voti è un vero e proprio cruccio, e spesso si tramuta nell’unico motivo per cui ai bambini viene chiesto di studiare, di applicarsi e di imparare. La minaccia del brutto voto ha effetti terribili sugli scolari, che se prendono un’insufficienza non si sentono all’altezza e perdono fiducia nelle proprie capacità. Lo studio è una cosa seria, ma i bambini rimangono bambini, ecco perchè la scuola dovrebbe avere un approccio più adeguato all’età degli studenti, e non trattarli come universitari in miniatura.
Un buon esempio si può prendere dalla scuola giapponese, soprattutto osservando come diventano poi i bambini quando crescono. C’è un motivo se i bambini in Giappone hanno un tasso di frequenza molto vicino al 100% e se i risultati scolastici, universitari e accademici sono tra i migliori del mondo. C’è un motivo se il popolo nipponico è educato, rispetta le regole e ha rispetto di ogni ambiente in cui si trova, a prescindere che sia nel proprio Paese o meno. E c’è un motivo, soprattutto, se nel nostro Paese il risultato non è il medesimo.
Senza fare di tutta l’erba un fascio, ci sono diversi esempi da copiare e da cui prendere spunto per migliorare il nostro sistema scolastico, vediamo i più importanti.
La scuola insegna a vivere
La differenza sostanziale tra la scuola giapponese e la scuola italiana, è che quella giapponese insegna a vivere, mentre quella italiana insegna concetti e materie scolastiche. Infatti, durante gli anni di asilo, elementari e medie, in Giappone non si danno voti a scuola, e ai bambini viene insegnata l’importanza dello studio per quello che gli fa imparare, e non per il voto che riescono a prendere. Inoltre non ci sono bidelli, e ai bambini si insegna a rispettare i luoghi che frequentano, facendoli spazzare e pulire.
Inoltre non ci sono esami fino all’arrivo alla scuola media, e il tutto è spiegabile con una realtà estremamente semplice: ci sono cose più importanti che i bambini devono imparare, prima della storia e della geografia. Nelle scuole giapponesi ai bambini si impartiscono lezioni per insegnare come ci si comporta correttamente, come rispettare gli altri indipendentemente dallo status sociale, come essere indipendenti e contemporaneamente saper lavorare in gruppo e come valorizzare e conservare l’ambiente.
I bambini imparano, così, che l’istruzione è volta alla conoscenza, e non ai voti. Di conseguenza, l’interesse dei bambini per lo studio è genuino.