Dopo più di 30 anni di ricerca, uno studio dice che masturbarsi previene il tumore alla prostata, e stabilisce l’importanza dell’eiaculazione.
Da tantissimi anni si cerca una correlazione tra l’eiaculazione e la prevenzione del tumore alla prostata, ma finora i risultati sono stati altalenanti e poco chiari. Uno studio però ha tirato le somme e ha stabilito che effettivamente l’eiaculazione (e quindi anche la masturbazione) aiuta a diminuire il rischio di sviluppare il tumore alla prostata.
Il tumore alla prostata è il secondo cancro più spesso diagnosticato negli uomini, ma nonostante ciò, in tantissimi sono ancora restii a effettuare controlli periodici dall’urologo. Questa resistenza da parte degli uomini ha reso difficile anche la ricerca scientifica su questo particolare tipo di tumore, con la conseguenza che dopo più di 30 anni di studi, una risposta certa su come prevenirlo non c’è ancora. Tra le ipotesi maggiormente passate al vaglio dagli studiosi c’è quella che individua nell’eiaculazione una possibile “cura” preventiva al tumore alla prostata.
Uno studio recente, nonostante non si possa ancora parlare di certezze, ha evidenziato che ben 7 ricerche su 11, portate avanti negli ultimi 33 anni, hanno dimostrato che la frequenza nell’eiaculazione ha effetti benefici su questo tipo di tumore. Non c’è ancora una certezza scientifica, ma i dati sembrano dimostrare che l’eiaculazione fa bene alla salute maschile, ma rimangono da chiarire i meccanismi che ci sono alle spalle di questi benefici. Principalmente si crede che eiaculare regolarmente riduce le tossine e altre sostanze che si accumulano nella prostata e che potrebbero aumentare il rischio di tumore.
Ovviamente, anche la masturbazione diventa, in quest’ottica, una pratica da consigliare ai soggetti più inclini e fragili che potrebbero sviluppare il tumore alla prostata, anche se non ci sono ancora indicazioni chiare sul numero di eiaculazioni da avere ogni mese. Uno studio del 2017 ha evidenziato che gli uomini (tra i 20 e i 29 anni) che eiaculano almeno 21 volte al mese hanno un rischio inferiore del 33% di sviluppare un cancro alla prostata rispetto a chi lo fa tra le quattro e le sette volte al mese.
Uno studio che ha preso in esame uomini tra i 40 e gli 80 anni invece mostra che in questa fascia d’età la necessità eiaculatoria utile per prevenire il tumore alla prostata si riduce a circa 4 volte al mese. Quello che però più di ogni altra cosa frena e pone ombra sui risultati di queste ricerche, è il fatto che si basano su dati rilasciati dai partecipanti, per cui non è certo che questi corrispondano alla verità. Infatti, per gli uomini l’eiaculazione è un argomento tabù, e spesso tendono a gonfiare la realtà senza alcun motivo, solo per “fare bella figura”.
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