Le aziende che decidono di assumere donne vittime di violenza avranno un esonero contributivo del 100%. Ecco i dettagli.
Per una donna vittima di violenza spesso tornare a lavorare non è semplice, e il Governo ha deciso di agevolare il rientro sul luogo di lavoro concedendo alle aziende che assumono donne survivor, di avere un esonero contributivo totale. Ecco di cosa si tratta.
La Fondazione Libellula ha condotto un sondaggio chiamato L.E.I., ossia Lavoro, Equità, Inclusione tra dicembre 2023 e gennaio 2024 (si tratta quindi di dati recentissimi), intervistando più di 11.000 donne lavoratrici. Da questo sondaggio è emerso che il 70% di loro riceve complimenti, allusioni e osservazioni fisiche sul luogo di lavoro che le mettono a disagio, il 48% riceve avances esplicite e il 40% contatti fisici non voluti. Quest’ultimo dato in particolare è preoccupante, perchè è aumentato dell’81% rispetto al 2022.
La cosa allarmante è che tutto questo accade nonostante il trattato internazionale sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro entrato in vigore nel 2021, che riconosce ufficialmente le molestie sul luogo di lavoro come una vera e propria violazione dei diritti personali. A tutto questo va sommata la percentuale ancora troppo bassa di occupazione femminile italiana (appena il 52%), e il fatto che a faticare a trovare un impiego sono le donne in difficoltà (madri, senza titolo di studio o vittime di violenza).
Proprio in questo ambito, la decisione dell’Inps di concedere un bonus alle aziende che assumono donne vittime di violenza, appare quanto mai utile e necessaria. Grazie a questo bonus i datori di lavoro privati che decidono di assumere una donna disoccupata vittima di violenza e beneficiaria del Reddito di libertà, potranno avere un esonero del 100% sui contributi previdenziali fino ad un tetto massimo di 8.000 euro.
Il Reddito di Libertà, necessario affinchè il datore di lavoro percepisca il bonus, è un’agevolazione economica risalente al 2020 rivolta alle donne vittime di violenza economica, che hanno bisogno di riprendersi la propria indipendenza da un partner che impediva loro un’autonomia economica, oltre che fisica e psicologica. Infatti, grazie alla disponibilità di denaro proprio, molte più donne si sentono pronte a denunciare e chiedere aiuto per gli abusi subiti rispetto a quelle che non hanno una propria indipendenza economica. Questo reddito è di massimo 400 euro al mese, per un massimo di 12 mesi.
L’esonero contributivo dura 24 mesi in caso l’assunzione sia a tempo indeterminato, e 12 mesi per i contratti a tempo determinato, con il prolungamento se il contratto viene cambiato in indeterminato.
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