Boom di rincari sull’uovo di Pasqua: fino al 40%, il cacao costa troppo
Brutte sorprese per i consumatori del classico uovo di Pasqua. Già nel 2023 si era visto un rincaro dei prezzi del +15,4%, nel 2024 i listini salgono ancora arrivando ad un picco del 24%. E’ il Codacons che lancia l’allarme dopo un’attenta analisi dei listini delle aziende più famose, dove alcune hanno raggiunto un rincaro addirittura del 40%. Si parla a “parità di acquisto” di una spesa rincarata di 72 milioni.
Boom di rincari sull’uovo di Pasqua: percentuali e guadagni
La categoria di uova che è stata meno attaccata dagli incrementi riguarda quella destinata ai più piccoli, per questa l’aumento censito dal Codacons è del +16,7%. Il nostro Paese produce in media 31mila tonnellate di uova di Pasqua all’anno, producendo una ricchezza di circa 300 milioni di euro. A tale dato andranno inseriti i 72 milioni di euro di aumenti che andranno a gravare unicamente sulle tasche dei consumatori.
Tali rincari sono dovuti all’aumento dei costi delle materie prime. Se per lo zucchero parliamo di un rincaro del +72% e del burro del +52%, è per il cioccolato che si è superato un record di prezzo che non si vedeva dal 1977, ossia il prezzo è di circa 6.000 dollari a tonnellata. L’aumento di queste materie ha quindi incrementato i costi di produzione che sono andati ad incidere sul prezzo finale pagato dai consumatori.
Il motivo dei rincari
Per cercare il motivo dell’aumento delle materie prime, dobbiamo spostarci nei Paesi che sono i maggiori produttori di cacao, come la Costa d’Avorio ed il Ghana, che portano avanti il 60% della produzione mondiale. Il motivo principale si ritrova sicuramente nei cambiamenti climatici, come spiegato dal presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, Alessandro Miani. Tali cambiamenti nel clima impattano sulle coltivazioni, in quanto vanno ad alterare l’equilibrio dell’ambiente e in alcuni casi provocano una decimazione delle culture. Ad esempio si riscontrano periodi di forte e lunga siccità a cui seguono forti precipitazioni che si traducono in inondazioni devastanti. Le inondazioni non solo distruggono il territorio, ma facilitano il diffondersi di virus, in particolare il Cocoa swollen shoot virus disease (CSSVD), un tipo di cocciniglia che uccide le piante e che ha già distrutto il 17% del totale delle coltivazioni, ossia circa 500mila ettari di piante di cacao. La diffusione del virus non si riesce a contenere tanto che sta iniziando a diffondersi anche in altri paesi.