Gelo e neve in Italia, a quando il grande ritorno? Manca davvero poco.
Il meteo invernale negli ultimi anni in Italia ha subito delle notevoli trasformazioni che hanno a loro volta influenzato negativamente l’agricoltura e la vita di tutti noi. Ancora una volta si pongono interrogativi sulle conseguenze del cambiamento climatico, come una tendenza verso inverni più caldi e i cambiamenti delle nevicate.
Negli ultimi anni in Italia abbiamo notato un notevole indugio all’arrivo dell’inverno e del clima a lui connesso, con un ritardo di 20 giorni rispetto agli anni precedenti.
Più trascorrono gli anni più questo fenomeno muta, diminuendo così le nostre giornate invernali.
Ma cosa succede esattamente e perché?
Il freddo tarda ad arrivare, il caldo si manifesta prima del dovuto ma il gelo torna a fare capolino nelle giornate primaverili. Tutto questo soprattutto nell’ambito dell’agricoltura può portare a danni importanti. Gli esperti hanno notato che negli ultimi 10 anni soprattutto nel Nord Italia, le nevicate sono sempre più rare e questo fenomeno è di frequente attribuito al riscaldamento globale. Tra il 2005 e il 2013 si è registrato un incremento delle giornate di neve ma di recente è saltata all’occhio un’anomalia, oltre ad una riduzione significativa delle nevicate, i luoghi dove invece si manifestano episodi nevosi sono le regioni centrali e adriatiche e non al Nord come siamo sempre stati abituati.
Nonostante le informazioni metereologiche siano sempre più dettagliate, spesso le popolazioni si trovano impreparate di fronte ad un’improvvisa tormenta.
Va preso in considerazione però che la neve non è solo fonte di problemi ma anche e soprattutto un’opportunità a livello economico nelle regioni montane.
Infatti l’irregolarità delle nevicate e la loro conseguente diminuzione, porta ad un notevole aumento della gestione dei costi per gli impianti sciistici a causa di un uso elevato di energia elettrica.
Perché ci si preoccupa tanto a riguardo? Perché l’energia elettrica in Italia proviene di frequente dall’utilizzo di carburanti fossili, i quali contribuiscono all’effetto serra e all’accelerazione del cambiamento climatico. Si comincia a prendere in considerazione e quindi a discutere di una probabile chiusura degli impianti sciistici, ma per fortuna al momento la situazione non prevede uno scenario così critico. Si fanno ipotesi sul fatto che la neve nei prossimi anni potrebbe riprendere la sua normale frequenza, ma attenzione, dopo il 2030 questo fenomeno potrebbe essere ancora più raro a causa del riscaldamento globale. Quindi mentre troviamo il nostro modo di adattarci a queste nuove e diverse realtà climatiche, è essenziale anche la comprensione e fronteggiare il cambiamento climatico.
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