L’OMS è preoccupato della Malattia X, che potrebbe provocare venti volte più morti del Covid. Ecco tutto quello che sappiamo finora.
La cosiddetta Malattia X preoccupa l’OMS a causa della sua pericolosità, che potrebbe arrivare a causare venti volte più morti del Covid-19. Vediamo insieme in cosa consiste questa malattia e il perchè del suo strano nome.
Il professor Matteo Bassetti, virologi divenuto famosissimo durante la pandemia di Covid-19, spiega nel dettaglio cos’è la Malattia X. Prima di spiegare in cosa consiste questa malattia, Bassetti fa un’importante premessa: “L’OMS ci mette di fronte a una domanda. Se domani arrivasse un nuovo virus, il mondo sarebbe pronto ad affrontarlo con un sistema di sorveglianza, con una produzione rapida di test diagnostici, di farmaci e vaccini efficaci per evitare un’ecatombe?”
La Malattia X deriva proprio da questo quesito posto dall’OMS, poichè “quando è arrivato il Covid – prosegue Bassetti – da 10 anni i ricercatori dicevano che poteva esserci una nuova pandemia, e tanti di noi ne parlavano. Quindi è giusto ed è bene stimolare. Ricordandosi sempre che parliamo però di una previsione”. Il virologo continua nella sua spiegazione ponendo l’attenzione sul fatto che si sta “lavorando per una nuova consapevolezza” che vuole evitare gli errori del passato, facendoci arrivare pronti nel caso arrivasse una nuova pandemia.
Bassetti dice che “stiamo parlando di previsioni su cui è giusto lavorare. Cercando di evitare gli errori del passato, bisogna giocare d’anticipo, sforzandosi di fare ricerca e prevenzione”. Ma quindi che cos’è la Malattia X, e perchè spaventa tanto l’OMS?
La Malattia X altro non è che una previsione di una malattia peggiore del Covid, un’ipotesi di malattia terribile in grado di causare molti più danni del Coronavirus. Il suo nome deriva proprio dal fatto che non è “ancora” una malattia definita, per cui è impossibile scegliere un nome adeguato. Di fatto si tratta, quindi, di un pericolo. Ma perchè l’OMS ne parla?
A tal riguardo Bassetti, che è anche direttore del reparto Malattie infettive al San Martino di Genova, spiega che “l’OMS ci ricorda quello che è necessario fare per essere sempre pronti verso i virus sconosciuti, ignoti. Sara respiratorio, intestinale? Non possiamo saperlo. Ma è chiaro, il mondo si deve preparare in modo adeguato”.
In buona sostanza, tirando le somme, l’OMS sta cercando di “mettere le mani avanti” nel caso si scatenasse una nuova pandemia, per non incappare negli errori fatti in passato e per cercare di gestirla nel miglior modo possibile, prendendo dagli anni appena trascorsi le pratiche migliori e cercando di modificare quelle che hanno rallentato il processo di guarigione. Quello dell’OMS vuole essere uno stimolo a fare meglio, a fare di più, e a guardare avanti pur sapendo che se una pandemia è arrivata una volta, può tornare una seconda, ed avere potenzialmente molto più impatto di quella del Covid.
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