Una recente ricerca ci dice che può bastare cambiare gli orari dei pasti per ridurre i rischi di ictus e infarti: ecco quelli giusti.
Negli ultimi anni, si è registrato un preoccupante aumento dei casi di ictus e infarti in tutto il mondo, mettendo a dura prova i sistemi sanitari e sollevando interrogativi cruciali sulla salute pubblica. Queste gravi condizioni mediche, spesso fatali o debilitanti, richiedono una maggiore consapevolezza e azioni concrete per affrontare questa crescente sfida. A volte, per ridurre i rischi, può semplicemente bastare cambiare orario dei pasti.
L’ictus, comunemente noto come ictus cerebrale, è un evento improvviso che interrompe il flusso di sangue al cervello. Esistono due tipi principali di ictus: ischemico, causato da un blocco delle arterie cerebrali, e emorragico, derivante da una rottura di un vaso sanguigno nel cervello. Fattori come l’ipertensione, il diabete e l’obesità aumentano significativamente il rischio di ictus, sottolineando l’importanza della prevenzione attraverso uno stile di vita sano.
Gli infarti, noti anche come attacchi di cuore, si verificano quando il flusso sanguigno al cuore viene ostacolato, spesso da un coagulo che si forma in una delle arterie coronarie. Fattori come il fumo, l’elevato livello di colesterolo e la mancanza di attività fisica contribuiscono alla comparsa degli infarti. La gestione del peso e la promozione di abitudini alimentari equilibrate sono fondamentali per ridurre il rischio di questa condizione letale.
La pandemia da Covid-19 ha introdotto nuove sfide alla salute cardiovascolare. La sedentarietà causata dalle misure di confinamento, lo stress correlato all’incertezza economica e la limitazione dell’accesso ai servizi sanitari hanno contribuito all’aumento di questi gravi problemi di salute. È essenziale un approccio olistico per mitigare gli impatti negativi sulla salute cardiovascolare.
Educare la popolazione sui fattori di rischio e promuovere uno stile di vita sano sono passi fondamentali per ridurre l’incidenza di ictus e infarti. Programmi di screening regolari e campagne di sensibilizzazione possono contribuire a individuare precocemente le condizioni a rischio, consentendo interventi tempestivi.
Come accennato, può bastare anche solo cambiare l’orario in cui si consumano i pasti per ridurre i rischi. I ricercatori del Nutritional epidemiology research team (Eren) dell’Inserm, Inrae, Università Sorbona di Parigi e dell’Istituto di Salute globale di Barcellona hanno pubblicato gli esiti di uno studio in cui sostengono che fare colazione al mattino presto e non cenare troppo tardi riduce il rischio il rischio di malattie cardiovascolari, coronariche e cerebrovascolari, infarto e ictus in primis.
Nel dettaglio, lo studio, condotto su 103.389 adulti tra il 2009 e il 2022 avrebbe dimostrato che ritardare l’ora della colazione fa salire del 6% il rischio di malattie cardiovascolari per ogni ora in più di “ritardo”. Mentre ritardare la cena aumenta dell’8% il rischio di ictus per ciascuna ora.
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